Geometrie d’ombra

Può un’antica stalla trasformarsi in piscina? Tra Noto e Modica a quanto pare, si. Basta capovolgere il punto di vista, creando un’inaspettata relazione di rimandi tra rettangoli d’azzurro, di cielo e acqua. Spostando, cioè, la linea dell’orizzonte attraverso quello che può apparire un semplice intervento: rimuovere il tetto di un vecchio fabbricato, scoperchiandolo. Una metodica operazione di sottrazione, che ha ci portato – insieme a Sebastiano Italia e Andrea Di Franco – a voler mantenere intatto il volume perimetrale, ora rinforzato staticamente e dotato di nuove aperture pensate per permettere un maggiore irraggiamento solare. Portali d’accesso a tutta altezza che costringono lo spazio a diventare altro, a dialogare con geometrie nette di luci e ombre, a rendersi permeabile. Interno ed esterno, chiuso e aperto insieme. E per quanto il linguaggio punti dichiaratamente all’astrazione contemporanea, creando uno spazio dal sapore metafisico, la piscina resta uno degli elementi di integrazione con l’intorno, mantenendo intatta una grammatica locale, rispettosa del contesto e dei suoi materiali.

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