Lo “stato della plastica” dell’artista Maria Cristina Finucci celebra il suo primo anno con l’installazione “The Wave” nella piazza del MAXXI a Roma e l’apertura della sua prima ambasciata, con la quale ha collaborato il Master in Exhibit & Public Design della “Sapienza” Università di Roma, attraverso la mostra “6 ambasciate dello Stato Garbage Patch”. I progetti sono stati realizzati con Cecilia Cecchini, direttrice del Master e curatrice della mostra, insieme ai docenti del Master: Marco Bevilacqua, Bianca Elena Patroni Griffi (per l’allestimento), Adriano Caputo (per il design dell’illuminazione), Emily Auriemma (per la rappresentazione tridimensionale), Salvatore Iaconesi e Oriana Persico (per la comunicazione multimediale), e con Stefania Vannini, responsabile del Dipartimento Educazione del MAXXI, l’architetto Alessandro d’Onofrio e l’artista Maria Cristina Finucci. Il progetto di spazi pubblici e l’uso della comunicazione multimediale sono stati fondamentali per il lavoro di 12 studenti, che hanno lavorato in coppia: Maria Olga Baracos, Lorraine Sanabria Isabel Baez, Roberta Di Vilio, Kandy Llamoca Inga Jesus, Blessed Magrini, Martina Malfatti, Anthony Marinelli, Marco Morosetti, Melike Sanli, Ilaria Savarese, Mariarosaria Sidonians, Carla Mireille Silva Felices.

“L’opera, tra design, architettura e comunicazione multimediale, è volta a dare visibilità a un fenomeno invisibile e sconosciuto ai più”, afferma Cecilia Cecchini, “per sensibilizzare il pubblico, in particolare i bambini con cui il Dipartimento Educazione del MAXXI lavora, sulla necessità di un uso consapevole degli oggetti, senza demonizzare la plastica che è una risorsa indispensabile per la società contemporanea, ma promuovendone uno smaltimento sostenibile”.

La questione dell’inquinamento marino è affrontata in una prospettiva divulgativa ed educativa e ogni progetto ha fornito un’interpretazione dell’ambasciata di quello Stato immaginario, al contempo così reale nella sua azione distruttiva. Il tema del progetto si collega anche alle culture digitali: il parallelismo tra lo Stato e la Garbage Patch digitale è evidente nella capacità di attraversare culture, nazionalità, geografie, creando qualcosa di sostanzialmente nuovo e inaspettato.

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